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lunedì 11 aprile 2011

Le poesie nascoste che Dante De Giorgi ci ha lasciato


DANTE DE GIORGI



Poesie dell’amore malato


Questa raccolta di versi vuole essere un omaggio a un uomo che in vita sua ha dato a tutti più di quanto abbia ricevuto, un omaggio a un poeta che se n'è andato lasciandoci in eredità dei versi tragici, sì, ma belli, teneri, appassionati, esempio di quell'amore che devasta, vissuto fino in fondo, a espiare quasi quei tanti e frivoli amori che non sanno neppure l'intensità di uno sguardo, di un fugace e timido sguardo.

                                                                                                                                   
NOTA

Dante, nelle sue ultime volontà, scritte prima del tragico gesto (30 gennaio 2000), ha lasciato il suo quaderno di poesie all'imprenditore Gianni Colamedici, scomparso qualche anno dopo di lui. Quanto al manoscritto, si tratta di fogli sparsi, alcuni con data, altri senza. Ho usato il criterio di accomunare le poesie datate, mentre le altre nell'ordine sparso in cui sono state trovate.
Le poesie sono tutte manoscritte con penna stilogra­fica, la maggior parte su fogli a quadretti, altre su prestam­pati delle aziende Axa e Kerasan di Civita Castellana, aziende per le quali Dante si prestava per lavori di contabi­lità.
Con qualche eccezione, le poesie sono senza titolo. Ho preferito perciò dare loro un numero progressivo.
Ho rispettato gli a capo non allineati, esattamente come nel manoscritto. Evidentemente, Dante, si affidava a una poesia anche visiva.
                                                                                                            Alfredo Romano  


LE POESIE



Non ho radici
le ho tagliate
con esse son cadute le foglie
dei rami.
Le zolle
umide
d'autunno
non bastano.
La scorza dei tronchi
inaridita di muschio
mi lascia.
La vita
è
morte continua.
Sorridi ai tuoi amici
ai tuoi cari
ai tuoi cieli
radici profonde che il sangue
ti porta brividi al cuore.

1996


2

È
il vuoto dell'anima
che
ti risucchia a vivere.
È
il non essere
che
appare e turbina.
Dove sei
amico mio
morbido specchio
della mia anima.

1996


3

Spossata
dall'arida estate
la fonte
già quasi
non gocciola più.
Il muschio
(umili ricordi)
disseta l'anima.
Basterà per l'inverno.

4 agosto 1996


4

No
la sola cosa che dici
No
un'arma pesante
fracassa il cuore
No
e il pensiero spezzato
mi smarrisce
No
e il volo del cuore
rovina
si spacca
precipita in mille dubbi
che restano.
Veleno nell'anima
il mio dolore infinito
incompreso il tuo.
Chi siamo?

24 dicembre 1996


5

Le mie bandiere
le ho bruciate
sul compromesso
d'un giorno in più
d'un passo più avanti
d'un altro sguardo
poco più in là.
E gli altri
andavano
lontani miglia
su strade larghe
scordando vicoli
scordando angoli
di pietra nera
là dove l'anima
resta più sola
ed è insicura
ma è sincera.
Azzurro sole
di casa mia.

20 aprile 1997


6

Spegnete il lume
della ragione
adesso.
Aprite le porte al vento caldo
e all'indolenza
taccia la scienza.
Che i nostri figli siano
il tempo
candidi come gigli
limpidi
semplici
materia primordiale di creazione
acqua d'impasto
unione
d'universo.

19 dicembre 1997


7

Potessi
raccogliere con le mani
il tuo sorriso.
Potessi
con i miei occhi
comprenderti d'un tratto
fossi il tuo letto
l'aria che respiri
turbinio di pensieri
che ti spinge
come vela al vento.
Luce
scintillante gemma
che ti circonda
fossi l'abbraccio
nudo
in cui ti stringi
sola
nei solitari attimi
in cui ti struggi
di malinconia.
Fossi io
quell'ultimo sogno
anelito amore
d'un dolce bisogno
di semplicità
di allegria
di riso
ineffabile segno
di felicità.
Potessi
amarti
come tu mi vuoi
Maria.

19 dicembre 1997


8

Di frana scomposta
in un bosco
di massi ancor freschi di terra
di nidi travolti
di muschio divelto
di rami spezzati
di tronchi feriti
da tanta coerente violenza
che arrossa il ruscello di fango
è percorso
il trillo del merlo
smarrito
null'altro vi scopre
il mio cuore malato.

21 aprile 1998


9

E
se c'è un Dio
dei deboli!
dei deboli contro Dio
dov'è
che fa
chi è.
Un dio senza ragione
senza senno
irrazionale e…
debole
dove è
abbracciami amico mio
fratello.

14 maggio 1998


10

Esplodere
l'improvviso pensiero
in VERITÀ…
… e non comprendere
più ;;la VITA.
Eppure
è qui lo zero assoluto
l'attimo iniziale
l'UNIVERSO.
Ripetere
l'unicità d'essere
all'infinito
nell'unità di conto
nel so
nel sum
nel me
e se
le parole bastassero a dire
quel che la vita ti bagna
ciò che del tempo ti segna
dove trovarle
quali le sillabe antiche
gonfie di vero
di certo
d'universale.
Solitudine è
conoscere
e niente parole per dire.

maggio 1998


11

E come
il velluto del muschio
si sveglia pian piano
al sentore di gocce
già rade
di pioggia
d'agosto
sì secco il mio cuore
mi tenta al risveglio.
La coppa di sale
nell'aria stagnante
martella anche l'ultima
stella.
Ma
la polvere
è crosta
già secca.

luglio 1998


12

E
nei tuoi occhi
fieri d'orgoglio e
lucidi di pianto
ritrovo
limpido
il senso d'essere.
Carezza l'anima
il tuo tormento
come il turgore di fresche nubi
lava la polvere d'una calda estate.
Basta la pioggia promessa
a riaccendere l'antica sete.
Basta quel buio improvviso
a far risplendere il sole nascosto.

7 luglio 1998


13

Scrosciano
nelle pozzanghere
sotto la pioggia
le molte auto
che s'allontanano.
Brillano
di gocce lucide
quasi si dondolano
le fioche lampade
lungo i viali.
Quietamente
piove.
E senti rivoli
scorrere limpidi
tra i tuoi capelli
sulle tue spalle
lavarti il cuore
delle sue nebbie
dei suoi rancori.
Piangi col cielo
non soffri più.

4 dicembre 1998


14

Le labbra mie che sfiorano
le guance tue arrossate.
Le mani mie che colgono
le gambe tue rotonde.
Le dita tue che arruffano
i miei capelli radi.
Nei nostri occhi brilla
il riso e il desiderio
(furtive occhiate
e scoppi
di risa imbarazzate)
poi
quell'attimo infinito
di verità profonda
quel mare che s'acquieta
nel turbine silente.
… nelle pupille splende
un sole di dicembre

19 dicembre 1998


15 ICONA

Potrei
lasciarti addosso
quel timore (e quel piacere)
d'essere amati.
Potrei
sfilarti l'anima
con un sorriso (o una lacrima)
di verità.
Ma poi
il rimorso del silenzio
soltanto
mi rimarrebbe
…e di te
neanche l'immagine.

8 marzo 1999


16

Invano
arando i pensieri
cerco parole
d'amore.
Inutili
sguardi lontani
chiedono
amore.
Soltanto
il cristallo
reale
dell'essere soli
rimane.
E
con esso
il rimorso
di non ricordare
d'avere
vissuto.

8 marzo 1999


17

Ho bisogno d'inverno
di freddo che passi le ossa
di vento che tagli la faccia
di ricordi di morte
di rami spezzati
di amori traditi
di te
della tua disperazione
consolata dal dubbio
del mio ritorno
del gelo che scalda
e rannicchia
nel senso del solo
nel buio dispero.

17 marzo 1999


18

Mi basta
quell'umile bacio
ch'ho dato
a fiore di labbra
sull'orlo del cuore
per dirti
di avere vissuto.
Non bastan
parole,
né baci
o carezze,
è per dire alla vita
che ho amato.

2 aprile 1999


19

Gli uomini
non parlano più con me.
È
la loro muta condanna
del mio rifiuto.
È
il loro esplicito consiglio
;di essere.
Così
solitario
nella loro solitudine
mi chiedono
di spegnermi.

4 aprile 1999


20

Strano
l'amore
capriccio di bimbo,
sorriso di donna,
risata in gola,
mani tremanti,
cuore disciolto,
amico timido,
valzer sull'erba,
un ammiccamento
un bacio in piazza
neve bianchissima
sole a dicembre
fragor di primule
sapor di fragole
musica
aria di primavera.

12 aprile 1999


21

Nella povertà
del mio vivere
sempre
ho vissuto
la ricchezza
delle donne
a me vicine.
La tua ricchezza…
i tuoi colori
la tua risata
l'amore semplice
per derelitti
bastava un fiore
dei tuoi vasetti
a farmi ricco
e
non ho più fiori per ripagarti
non ho più grazie
più non ti basta
questo mio amore
Maria.

12 aprile 1999


22

Non ho ancora visto i tuoi occhi
appannarsi d'eternità.
Non ho ancora visto il tuo viso
disciogliersi in serenità.
Ma già temo
il silenzio
della tua voce
il rompersi
delle tue idee
l'inutile
seguito
del mio futuro
l'obbligo vivido
di continuare
l'immane compito
di dover vivere
l'incapacità nota
di saper amare.

17 aprile 1999


23

Ed ecco
quel vuoto di musica nota
pervade la sera
piovosa d'aprile.
Qualcuno richiama
ad un'antica preghiera.
La notte che scende
è ancora più sola
dopo il canto dei merli
perduti
dietro canti d'amore.
Oh tristezza che scendi
solitaria follia
acuto momento
di malinconia
pensiero d'eterno
stanchezza di vivere
ma ecco…
La mano è già tesa
ad un nuovo giorno.
Aspetta…
ritorno.

20 aprile 1999


24

Com'è limpido il lago
stamane
sotto un cielo rigonfio di pioggia
le piccole onde
(quasi l'affetto d'un cane)
carezzano lente la spiaggia.
I merli
vivaci discutono
correndo i viali deserti.
Che pace.
Che vuoto
che inutili attimi
gettati come grani di sabbia
nella squallida nebbia
dell'alba.
Mi sento più solo dell'onda
che carezza la spiaggia.
Nemmeno il pensiero di te
riempie quel vuoto che prende
le viscere, gli occhi, la mente,
che tronca il grido al gabbiano
che spegne lampare al mattino
che gonfia di rabbia
quell'onda paciosa
che spacca la sabbia
cacciandoti in gola
quell'urlo di vita
che non ti consola.
Ecco
le reti son piene.
Tiratele su.

21 aprile 1999


25

Ho un piccolo dono
da farti stanotte
è un fiore di maggio
appena sbocciato
è falce di luna
in velluto di stelle
è sogno d'amore
appena accennato
è un piccolo canto
è il soffio d'un bacio
è un sorriso
è uno scherzo
è un giro di valzer
fatto su un prato.
È il sentirmi felice.
È saper che lo sei.
È sentirti vicino
quanto basta al pensiero
(quasi fosse una rosa)
sussurrarti all'orecchio
amore ti amo.

3 maggio [1999]


26

Dai tuoi occhi
dai tuoi teneri abbracci
dalle tue labbra
dalle tue parole
sincere
dai tuoi morbidi seni e…
dalle tue spalle altere
dai tuoi ricordi
dalle tue piccole mani
dai tuoi sogni
dai tuoi desideri
dai tuoi doni
dai tuoi pensieri
dalle tue attese
dai tuoi ritorni
dalle tue paure
dai tuoi entusiasmi
dalle tue risa e…
dai voli di rondine
ad ali incrociate
ove io
(come sempre senz'ali)
mi sono trovato
da questo impossibile
sogno di vita
da questa partita
perduta e giocata
a carte scoperte
e poste nascoste
da queste giornate
striate di sole
e intinte di morte
da quella dolcezza
che ci riprende
guardandoci fissi
dal fondo del cuore
da questo soltanto
comprendo ed apprendo
d'aver conosciuto
anch'io
l'AMORE.

21 maggio 1999


27

Non posso donarti
l'amore che cerchi.
Non potrò mai amarti
coi tuoi sentimenti.
Posso solo spostare
orologi all'indietro.
Posso farti rivivere
sogni effimeri
all'alba.
Quel profumo di viola
che ancora permane
tra le pagine chiuse
di un libro di scuola.
O sfiorar con le dita
le tue labbra socchiuse.
Poi
ancora una volta la notte
chiuder queste palpebre inquiete.
Taceranno nel sonno forzato
i pensieri, i ricordi, le attese.
E tu che mi chiami
e tu che non chiedi
e tu che non torni.
Questa nebbia che lieve s'avanza
ormai copre la luna e la stanza.
Il tuo nome è nascosto alle stelle
non ho nulla
neanche parole.
Vuote
anche quelle.

maggio 1999


28

E neanche
la voglia assassina
di masturbazione.
E neanche
la gola assetata
di vino o di grappa.
E neanche
la forza imbecille
di correre in auto.
In gola
serrato
soltanto
la voglia
di pianto.
E sentir che ci sei
e sentir che sei accanto
che mi ascolti i pensieri
che cammini i ricordi
nostri
soltanto.
E aver la paura
di perderti ancora
e aver la certezza
che mi sei vicina
è questo
il conto del tempo
che si è fermato
il nostro tempo vissuto
il nostro tempo sognato.

maggio 1999


29

Non c'è canto
stanotte
che sappia ascoltare
il mio cuore
né profumo
di fiori
d'aprile
a portarmi
i tuoi baci.
C'è soltanto la luna
smarrita nel buio
d'un suono di piano.
C'è soltanto
il pianto sommesso
dell'ultimo uomo
sommerso
dal primo peccato
e dall'eterno perdono.

2 giugno 1999


30

Ho cercato
nella luce della sera
quell'abbraccio di donna
quella voce d'amico
quel senso di vita
che il tuo sorriso
mi ha dato stamane.
Ma il tempo
scorrendo tra i muri
di strade intristite
di questa città
mi nega
persino
il ricordo.

luglio 99


31

Lo so
che adesso
soltanto pensarti
è sleale
(non puoi più essere mia).
Lo sento
che ora
il tuo senso di vivere
è solo
di Essere
(di essere tua).
I miei sentimenti
son briciole
sprazzi di luce
riflessi di specchi
malmessi
rumori di tempo scordati
accordi di piano dismessi
parole
con rime già usate.
Vecchiaia già nota
carezze
ormai conosciute.
………….. Eppure
negli occhi ancor pieni
di voglia di vivere
e di amore.
Ci sono
ti sento
ci siamo
e
ti amo.

23 luglio 1999


32

Sapessi
passarti ogni attimo
di verità
insospettata
che giunge
al mio cuore.
Sapessi
donarti ogni brivido
d'infinito essere
che mi spalanca l'anima
e si spegne
sapresti
di certo
il dolore
di vivere.

23 luglio 1999


33 ECLISSE

Non sciogliere
il nodo di vita
che ancora ci lega
lontani.
Socchiudi le labbra
in una preghiera
pagana.
Allarga le dita
per una carezza
a me nota.
Sorridi
guardando
da sola
il sole
calante.
Son dentro la neve
nascosto nell'erba
assopito nel raggio di luna
che adesso ti bacia.
È un soffio
il mio vivere
nel tuo pensiero.
E adesso
mi basta.

11 agosto 1999


34

Piove
ed è musica che si spande
in aria.
È ritmo soffuso
di parole ascoltate
e aspettate
è un tuono sommesso
e lontano
è lo scroscio di grandine
nell'acqua piovosa
è il passo affrettato
di chi torna a cena
è pena sopita
è dolce rimpianto
è il conto
d'un cuore senza più focolare
è luce bagnata
sui vetri di casa
è attesa
è sussurro pacato
tranquillo,
sereno,
è invito al riposo
sommerso d'oblio
e pago di gioia
appena sfiorata
è acqua che cade
quasi senza ragione
indolente e sincera
che abbraccia
illumina
e bagna di un bacio
la sera.

21 settembre 1999


35

Ritorna
sul filo radente
del vento di tramontana
il bisogno
il ricordo
l'assillo penetrante
il desiderio di vita.
Eppure
nemmeno quest'aria
allarga il mio cuore.
Attendo una voce
già spenta
e il sole s'oscura
silente.
Ho solo parole
che più non so dire.
Persino la luce
è remore.
Mi manchi
e lo so.

8 novembre 1999, h 22.50


36

Il Vuoto.
L'estetica suprema
del nulla.
Pur nulla soverchia
abbondanza.
Il niente
la mancanza
vertiginosa caduta
senza fine
senza termine.
Neanche il terrore
a cui aggrapparsi
l'assoluto inesistente
soltanto
e
sicuramente
per sempre.

10 novembre 1999


37 RAMMENTO

Bambino rubavo
da terra fumante
di solchi d'aratro solerte
a novembre
quell'umido odore
il colore,
l'abbraccio
di terra feconda.
Oggi son le tue tenere braccia
le calde tue mani frementi
gli aneliti ardenti
di baci spezzati
da sguardi
e carezze
e cercar nella mente
emozioni già note
e che pure ci lascian
stupiti.
Si schiude la terra
a ricevere il grano
si schiudono gli occhi
ad ascoltare parole
si schiudon le labbra
a chiedere amore
si schiude la nebbia…
che splendido il sole.

25 novembre 1999


38

Oh Dio dell'Amore
che la vita mi hai dato
ho da renderti grazie
per ciò che ho vissuto
per una sola parola
di ciò che ho ascoltato
per un solo essere
che ho conosciuto
perché del tuo Amore
lo hai sempre vivificato.
Vivere ed Amare
è lo stesso sentire.

3 dicembre 1999


39

Il bisogno
di avere vicino
qualcuno da amare
a cui dire le cose
che dentro son vive
esplode nel cuore.
… ma è come di notte
una luce in montagna
sommersa da nebbia
disperata
solitudine
maligna.

3 dicembre 1999


40

Le luci
che a mille t'illuminano
Roma
non hanno faville
e nemmeno quell'anima
che in piazza
a Natale
(eterna notte profonda)
scaldavano le mani ed il cuore
bambino
stupito
da un fuoco di streghe
di bimbi e di mamme
di fiamme d'inferno
vicino alle chiese
e ad occhi color paradiso.

7 dicembre 1999


41

Ma adesso
che quel poco di me
che ho dato al lavoro
è finito.
Cos'è
che rimane
a darmi l'aiuto
che cerco?
Nemmeno quell'alito lieve
di comuni ricordi condivisi
che illumina i visi
e gli umidi occhi
dei vecchi
che parlano agli altri
guardandosi dentro
spegnendo candele
per far brillar gli occhi
di voci passate
di sensi sbiaditi
di cose perdute
ma poi ritrovate
più vive
più vere
nel pieno ricordo
d'un semplice sguardo
d'un lampo di gioia
nel riso d'un gioco
che spezza la noia
con l'esser presente
del passato attuale
vivo
vivente
nel muto racconto
del Bene
del Male.

7 dicembre 1999


42

Nemmeno una musica
ravviva
nemmeno una preghiera
a cui stringere
le scarne dita
dell'ultima ora.
La stella,
la nostra stella,
è spenta
da quattro lampioni
gialli di città.


43

E basta la porpora
d'un freddo tramonto
bastano i rami
(le dita)
d'alberi spogli
nel verde incupito
di prati nascenti
per sciogliere
il cuore.
Svanisce
nel cielo dorato
la bianca spuma
d'aereo.


44

Il cielo è plumbeo
striato di bianco
l'aria è ferma
nevica
da qualche parte
nevica.
Ho i piedi gelidi
la testa vuota
nevica
da qualche parte
nevica.
Sporche le strade
di carte secche
e foglie umide
sporchi i pensieri
di vecchi ricordi
di pene antiche
inutili
trascorse e non risolte.
Nevica
da qualche parte
nevica.


45

Potessi
d'un volger di sguardo
ridarti l'anima
gli anni bruciati
le frasi non dette
i gesti, i momenti i giorni
voluti.
Potessi
spezzando un sorriso
svelarti le cose
che sempre hai saputo
che sempre t'ho dato
ma ignote
scordate,
sbagliate.


46

Forse
vivere
non è altro che
sentirsi svanire,
spegnersi
come fiamma
senz'aria
scivolar via
come acqua di fiume
superficie eterea
impalpabile luce
di luna.


47

Altri
dissimulando
l'ansia di vivere
ebbri
di splendore d'essere
tronfi
di bandiere facili
gonfi
di sorrisi e lacrime
certi
del giusto
del vero
vivono.
La mia (vita)
sparsa nei rivoli
di sguardi spezzati
da mutezza d'essere
di voci rotte
da timor d'esistere
di gioie perse
speranze inutili
nomi imploranti
occhi di grazia
muore
di giorno in giorno
inutile
nell'impossibile
certezza d'essere
vuota
anche d'estetica.


48

E pur di vivere
tu spacchi l'anima.
Con un sorriso
sugli occhi limpidi
scevri
d'ogni malizia
pieni
di sole giovane
libero
nel tuo pensiero
ebbro
nel tuo sentire
dominus
dei tuoi amati.
Eccoti
Eccoci
noi, non vivi,
a te osanniamo
grati.


49

(a Sergio)
Quella finestra
mia
sul mondo
s'è chiusa
per sempre.
I tuoi occhi
non mi guardano
più.
Le tue risate
delle mie paure:
l'aiuto a vivere
sicuro.
Il vuoto
non lo conoscevo
solo
solo
solo.


50

Essere
immane parola
t'espandi nel tempo
opprimi la mente
esplodi
nell'aria, nel pianto,
sconfini
oltre il cielo
ti sciogli
in amore.
Essere
oscuro pensiero
d'un sé sconosciuto
o forse ben noto
ma incontrollabile
specchio
d'altri simili
storti pensieri
attimi
sprazzi di luce dell'anima
schizzi e colori
di carezze
appena accennate
forse
soltanto sognate,
vissute più intense
sentite più tue
non vere.


51

Coccole
le dita che carezzano
la gola morbida
piena di parole estranee
semplici,
vaghe
sfondo
ad un profondo essere
turgido di vita e
pronto
a espandersi in cieli liberi
vividi
;di luce tersa
specchiata al fine
verdi
occhi
languidi.


52

Graffiano
e pure t'acquietano
sprazzi di luce di bimba
nuvole al vento di donna
ancora stupita
da occhi smarriti.
Dove
trovare il coraggio
d'aprirti i miei dubbi
l'inutile senso dell'essere
che sento e mi opprime
Dove.


53

Buona sera
sera mia.
Come sempre
radio accesa
a fare compagnia
e sogno un focolare.
Come sempre
calde luci di finestre
nella via
palpiti di vita
chiacchere a tavola.
Sguardi
sorrisi
pianti di bimbi
lontani
come i miei ricordi
del vivere d'altri
mai
fatto mio.
Buona sera
mia sera.


54

Aggrappato al volante
dietro fari gialli nella notte
e il buio d'attorno,
e paura di fermarsi
e voglia di correre
e paura di giungere.
Buio nell'anima
il cuore
non vede più nulla
alza i fari.
Un muro è il silenzio
in agguato da sempre.
È inutile piangersi addosso
adesso
tocca a te.


55

E tra le mani
il tuo viso
m'ha ridato
lo stupore dell'essere
le tue labbra
il senso della mia giovinezza
perduta
nel tuo no.
Nell'anima
conta il ricordo.


56

Il silenzio
invadente,
penetrante,
opprimente.
Unica realtà
di peso
la notte
semplice
inutile
come l'urlo di sirena,
lontano.
Dolore
d'altri.


57

Smettete di vivere
di essere
di dirvi
in TV
morite
cessate
svanite.
La vita Deve Rivivere.
IPOLR(T)[1]


58

Potrà
esser mai
la Violenza
l'unica ragion
d'essere?


59

Nel cielo
serale
di Roma
volteggio di silenti gabbiani
attorno al rumore di luci
… e lampare
dei Fori
mi torna
alla mente
sbiadito
e
tagliente il mio mare
percorso da onde lucenti
da stelle
da corvi leggeri.
Non sento
il diverso rumore.
Frenetica è l'onda
ed il flusso continuo di auto.
Incredulo
mi bagno
di pace!


60 FIORI DEL MALE

O verità strette
dal profondo malessere
dell'anima portata
agli ultimi spasimi
di sopportazione.
Impercettibili riflessi
della vita
dell'essere
intravisti
nella profonda loro essenza
nella loro VERITÀ
ma
in un attimo
pagato caro
è volato via
prima
d'essere compreso
capito
afferrato
fatto proprio
universale.


61

Come placida alga
che in un seno
si culla nell'onda
un pensiero rincorre
un sereno ricordo
di dare.
Come riso di bimbo
rincorre una palla
beato nel sole d'aprile
scintilla un ricordo
di gioia.
Come occhi di donna
che coprono il cielo
d'azzurro striato di nuvole
bianche
frementi di vento
di brezza d'aprile.
Brividi, chiari, di brina
scaglie di luce
abbagli d'amore
è questo il mio cuore
stasera.


62

E tu
dove sei
amico cercato
luce, scroscio di pioggia
sole che spacca le nubi
stella
scintilla di fuoco nel buio
limite dell'universo.
Dove cercarti
dove.


63

Ricordo
pacato
di strada che scorre
serena
di fianco a un tramonto
d'autunno
e tu che mi parli
ed io che t'ascolto
sereno.
La vita che scivola via
col nostro tranquillo consenso
appagati dai pochi momenti
di quiete nel vento
che scrolla gli alberi
spenti
che scuote di brividi
foglie.
Che tavola il lago
stasera
che limpido il chiaro di luna.
Ti amo.


64

L'oh-issaa plumbeo
su un mare placido
protetto appena
da un muro esile
sono i tuoi occhi
terrore panico
mi prende l'anima
allo stupore
di baci morbidi
senza futuro
eppure
quell'aria limpida
di primavera
un'ottica forte
mi fa paura
… e m'innamoro.


65

Obbligato a vivere
condannato a soffrire
e gli altri
ti sopportano
e te lo dicono
e tu lo intendi
lo senti
l'avverti
lo noti
l'intuisci
ti spezza.
Non uno
degli amici
mi è rimasto
non uno.


66

Dai tuoi occhi
parole nuove cercavo
non specchi
che spezzano l'anima.
L'addio
sarebbe più facile
quasi come un colpo di vento.
Un taglio
netto
distinto
che spacca un bivio infinito
tra l'ombra e la luce
sperata.


67

Ascolta
quel grido
con cui
ci arrendiamo
tra i fumi del vino
a inattese verità.


68

Non guardarmi negli occhi
non dischiudere labbra e parole
che più non so ascoltare.
Le tue mani soltanto
mi parlano appena
sfiorando le mie
di tremuli palpiti.
Solo occhi stupiti
continuano a dirmi
CI SIAMO.


69

E adesso
soltanto
le scorze di noci mangiate
mi restano in tasca.
Nell'aria bagnata di pioggia
nemmeno il ricordo pacato
dell'ultimo sole.
Soltanto quel fango
umiliato
da un'auto in corsa
acquieta l'anima sola.
Soltanto quegli occhi
imploranti l'amore
proibiscono uscir dalla vita
e accettarne
il dolore.


70

Ma
se
persino ascoltando
nell'ora consueta
parole a noi care
non hai
saputo gridarmi
l'amore che provi
(per me?).
Ma
se
guardando i miei occhi
non hai mai compreso
il posto supremo
che t'ho dedicato
perché
ancora
mi chiedi
di essere.
Io sono
soltanto
se
e quando
tu sei.


71

È trascorso
il mio tempo
lontano dagli altri
e dalla mia vita.
Non ho più ricordi
non ho più radici.
Soltanto parole
vuote
brillanti nel nulla
di momenti sbagliati.
È un pozzo
la vita
guardata
dal basso.
I sogni
riflessi
di luna
lontana
e smarrita.
È il bivio che incombe.
È il nulla che preme.
Potessi
gridarti
di starmi
lontano!


72

Se tu
non conosci la furia
pacata di malinconia
dell'attesa infernale
d'un cenno d'amore.
Se ti basta
il tintinnio allegro di nacchere
a sopprimere sogni
di gioia e paure
d'amore.
Allora,
passeggia,
serena,
su viali,
di vita,
vissuta.
Il tuo sguardo
è acqua di fonte
che sfiora la pietra.
Non ama.


73

Che oggi
nessuno mi guardi
vedrebbe quel vuoto profondo
che prende la mente
e vanifica il cuore.
Che oggi
nessuno mi senta
udrebbe parole di rabbia
graffiate dall'ira e rancore
seccate
da quell'odio infinito
che solo la vita
può dare.
Per viali
già calari di luna
e di sera
trasporto indolente
un corpo senz'anima.
Per me
la vita
è vilente[2].


74

Quante volte ho mendicato
il pane d'un saluto
il sorso d'un sorriso
lo sguardo innamorato
negli angoli di strade
sconosciute.
Quante volte.
Quante volte.
Quante volte
sorpreso
sconcertato
ho trovato l'amaro
d'un riso di schermo
del furbo di turno
la lama affilata
di invidia pietosa
quella cara
che ammazza
e non lascia
neanche gridare.


75

Stanotte
i miei sogni
hanno colori
di verdi marciti
del nero dell'erba
seccata nell'ombra
di muri sbrecciati.
I ricordi
stanotte
son ruvide mani
spaccate di calce
che tengono bici da donna
con sella di cuoio consunto
e raggi di ruota spezzati.
La veglia
è percorsa
da rami interrotti
da visi, da voci, da canti e paesi
già noti
scordati.
La vita (ed il giorno)
è ancora lontana
così come
il tenue tocco
di una campana.


76

Un pensiero
mi basta ……..
e ascoltar la tua voce
m'adombra un ricordo.
Scintilla
nel tepore
di sera
d'estate,
il tuo amore sereno…
le tue fresche risate.
La brezza
dai monti
preannuncia
l'autunno
e i tuoi occhi
(finestre sul cielo)
mi danno le ali
e mi fan migratore.
Stupisce
l'immenso
orizzonte.
Ma stiamo vicini
siam senza paure.


77

Il crepuscolo scende
isolando i rumori di fondo
di questa città.
È la vita che pulsa
tranquilla
come il fiume che scorre.
Quattro lampade accese
tra finestre socchiuse
due portiere che sbattono
un aereo che passa
lontano
un cane che abbaia
un richiamo di madre
un riso di un bimbo.
Nell'aria si spande
un profumo di cena.
Qualcuno fischietta lontano
una coppia parlotta vicino
vicino.
Ridendo
qualcuno
mi chiama.
Che pace
stasera.


78

E adesso
che il bisogno di birra
di grappa
o di fumo
è importante
tanto
quanto è mancante
una Donna
è adesso
che senti il destino schiacciarti
anche nei tuoi pensieri
liberi
forse
persin nel passato.
Accanto ti scorre
la vita degli altri
e la senti più viva
del cuore che piange.


79

Ti sento
anche se sei lontana
nella tiepida casa
alla tenue montagna azzurrina
aggrappata,
che al mattino
ancor prima dell'alba
la vedo occhieggiar da lontano;
son tremule luci
di finestre appannate
che calde si svegliano
al freddo mattino.
Rammentano dolci
che ancora qualcuno
saprà sussurrarti
ti amo.


80

Datemi
un soffio giocoso di vento
che scacci d'un tratto
la malinconia.
Datemi
un riso scomposto di bimba
che dica alla vita
SEI MIA!
Basterebbe
per vivere ancora mill'anni
e soffrir queste pene d'inferno.


81

C'è uno strano tremore
nell'aria
stasera
un frullio di rondini garrule
intorno
al mio cuore
il tuo nome
rincorre
il pensiero
le tue risa
m'avvolgon
di pace
la tua voce
(pacata di flauto)
racconta serena
di sogni
e di vita.
Mi basta
un trillo di rondine.
Il tuo sguardo
spalanca la mente
e m'acquieta l'anima stanca.


82

E poi
smettendo di pensare
svuotando l'anima
spaccare il cuore
e sciogliere la mente
in un taglio
netto
limpido d'ira
gonfio
di rimorsi
indicibili
gridare
il silenzio d'una notte
illune
muta
rotta
dal pianto di novembre
vuoto
spento
arido è il pensiero.


83

E come sempre
mi ritrovo
nello squallore
di una periferia
ai margini di un quartiere
lontano da tutti
ai margini d'una folla
mai capita
mai amata.
Nevica
nell'aria gelida
della mia anima
neve sporca ed inutile.
Non è Natale.


84

Quel fremito
di voce tremula
ride.
Quegli occhi
profondi di tacite intese
sperdono
l'anima e i sensi
esaltano.
Brilla
sprizzando vita
il sole del tuo sorriso.
Taci
ed il cuore palpita
sazio e in attesa.


85

Ed io che mi chiamo ragazzo
e tu che mi chiami già vecchio
e gli altri
che ormai non chiamano più.
Vorrei circondarmi di specchi.
Vorrei circondarti di anni
ripieni di affanni
e pur di ricordi
che almeno aiutassero
ad essere,
senza bisogno di specchi
senza bisogno di chiedere
a chi ci sta accanto
chiamami
saprò d'esser vivo.



86

È da vigliacchi
salvare il salvabile?
Ma
cosa vuol dire vigliacco?
È amore il bisogno assoluto
di qualcun altro?
e l'amore cos'è?


87

Domanda
(non razionale)
perché le cose belle
debbono essere rifiutate
a priori?!


88

Ore 10 e ventidue
Leopardi e l'Infinito suo
nostro oramai
e tu
che chiami sempre
ed ora
che non chiami mai.
In cielo la luna
nel cuore l'attesa
(paura di già
di attesa delusa).
Ma so che ci sei
sappiamo di attenderci.
Lottiamo
per dirci
quello che sentiamo.


89

Ho chiesto aiuto a…
una puttana
a…
un amico
a…
una sorella
a…
una moglie
a…
un'amante
a…
una madre
a…
un padre
a… tutti
quelli che venivano fuori
in ordine alfabetico.
NESSUNO HA RISPOSTO.


90

Squilla il telefono
sobbalza il mio cuore
mi squilla l'anima
pazzo d'amore.
So che ci sei
sento che t'amo
delirio
riflesso
e sciolgo
in parole
il sentire.


91

Ore 23
d'un uomo (?)
d'una persona (?)
d'un ESSERE
perché sento
d'essere.
Una feritoia
sul terreno
la luna in cielo
un cellulare
una (la) penna
Leopardi
ed il pensiero di te.
Forse è nulla
oppure
tutta la mia vita.


92

Una volta il mio cuore
aspettava silente
e paziente
quel trillo di luna
che illumina l'anima
e scioglie la mente
e i pensieri più tristi
in dolci parole.
Adesso si sbrana
in attese già vane
prima d'esser ricordi
di sensi spezzati
di amori
appassiti
noccioli
di vita
vissuta
o forse
perduta.


93

Scialba
serata
di settembre
intrisa
di malinconia.
Un brivido
trafigge il cuore
già saturo
di nostalgia.
Il cielo arancio
le nubi turgide
già foglie cadono.
[Di seguito una variante della stessa poesia, scritta sulla stessa pagina in seconda colonna]
Livida aurora
di settembre
intrisa
di malinconia.
Trafigge un brivido
il cuore saturo
di nostalgia.
Il cielo è arancio
le nubi turgide
le foglie cadono
memorie inutili
[…][3] estate.
Venga l'inverno
il freddo e l'umido
a riscaldarci
ed asciugare
le piaghe vere
le primavere.


94

Sono gli altri
che ci fanno morire
con la poca memoria di noi.
Siamo noi
che portiamo la morte nel cuore
se viviamo di soli ricordi.


95

L'inutilità di vivere
ho sentito
nel ricordo negato
nel saluto appassito
d'un amico perduto.
Il vuoto dell'anima
ho toccato
in un viso sbilenco di donna.
Il freddo d'un addio
al tramonto
non viene scaldato neanche
dal sole di luglio.
Il sogno è finito.
Il treno riparte.


96

Eccomi
inutile
a contentar le aspettative erotiche
d'un altro ignoto.
Eccomi
specchio
di desideri inconfessabili
alla moralità
corrente.
Ed io?
nulla.
Inutile presenza dell'essere.


97

I sentimenti.
Vere nuvole
e coltelli
su cui posare
il capo
… la notte.


98

Ho sperato
nel saluto d'un amico
nell'amore di una donna
nel calore di una casa.
Era solo il trillo d'un telefono
niente più.


99

Inutile illudersi.
La fine è quel muro
di logica umana
e destino divino.
La pietra
il suo duro sentire
è la sola misura
dell'essere.
Soltanto
il vitreo
pensiero
d'un serpe
innocente
riflette
la mente
dell'umanità.


100

Vivere?
Continuamente
dentro sé stessi
dietro le lenti
degli occhialini
dei finestrini
dell'automobile
del grigio schermo
del tuo computer
nel velo spesso
dei tuoi pensieri?
Non altri che te
e
in tua funzione!
Sciogliersi
è vivere
e anche perdersi.


101

La mente
piccolo
tremendo controllo
dell'anima immane
cinico bisturi
per fare l'uomo.
Spaccatela
datele
un'anima.


102

Eppure
HO CHIESTO AIUTO
a te
eppure non c'eri
più.
__________________
Non chiedo nient'altro
che
scomparire.
__________________


103

L'amore non è personale.
L'amore non è temporale.
AMARE è UNIVERSALE
Nel tempo
Nel soggetto
Nel modo
Nel senso (o sentimento).
FORSE
L'UNICO!
L'UNO
Dell'ESSERE……….
MA
Dove Può ESSERE il VERBO
PER Dirlo?


104

Bisogno di superare il conosciuto l'ormai noto
Come si spande l'odore a chilometri di distanza?
La capacità umana di portare esempi a conforto e paragoni della nostra idea è aumentata in maniera parossistica.
L'esempio è riduttivo non applicativo
CACCIALO VIA!!


105

Nel buio di luna
calante
nel vivido d'essere
solo eppur presente
necessita
vivere
magari soltanto dicendo
buon giorno
oppur
buona notte
all'ultimo ignoto
oppure al primo
amico.


106

L'AMORE cos'è
il ritmo di tacchi già noti?
il senso di piaceri conosciuti
un profumo sperato
una voce
forse nota?
la parola?
il gesto?
forse un volto
ma basta un cenno
nascosto
imprevisto.
Ti AMO
e non so perché
e non so per quanto
ma t'amo.


107

Silenzio
lasciate che l'erba
ricresca
all'ombra di palpebre chiuse.

_____________________________
[1] Sigla non decifrabile riportata come scritta. Forse un messaggio?
[2] Licenza poetica.
[3] Incomprensibile nel testo.

________________________________________________________________




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